Guarda mamma ho fatto il prosecco!

Quest’anno, spinto da una inarrestabile forza della natura chiamata SUOCERA, mi sono imbattuto nel mondo del prosecco fai-da-te: in pratica ci si va a comprare il vino-base sfuso a Valdobbiadene e ce lo si auto-trasforma in prosecco.

Sinceramente non ero un grande fan della cosa, soprattutto perché i prosecchi DIY che ho bevuto finora erano una specie di limonata frizzante. Ma come sapete non si può contraddire la SUOCERA e quindi eccomi a raccontarvi questa simpatica avventura.

Un amico fa parte da anni di questa setta di “Prosecco makers”  e quindi mi sono unito alla sua simpatica combriccola. Punto di ritrovo: parcheggio spazioso per fare le macchine. Ognuno viene con la/le propria/e damigiana/e e poi ci si smista. Io e la mia damigiana siamo stati assegnati al furgone: un camioncino da elettricisti per l’occasione trasformato nel Damigiana Van.

Il carico del Damigiana Van

Da Vicenza a Valdobbiadene il tragitto è relativamente breve, ma da bravi veneti non potevamo esimerci dal rito dell’aperitivo. Quindi, dopo una breve sosta per la colazione, siamo passati subito alla prima cantina: Col Vetoraz. Qui abbiamo fatto una veloce degustazione dei loro prodotti (TOP il loro prosecco Pas Dosé e il loro Cartizze), per poi dirigerci belli pimpanti alla cantina Le Bertole, dove ci aspettava il produttore con la pompa pronta – sì, tipo una pompa della benzina collegata alla cisterna da cui al posto del carburante per l’auto esce il carburante per l’uomo (quanta poesia).

Qui abbiamo iniziato a riempire le damigiane con la base prosecco. Inutile dire che prima di versarlo il vino è stato sottoposto a un accurato test qualitativo, accompagnato da sopressa e pan biscotto locali. Durante l’operazione di riempimento (durata qualche ora – il mio senso del tempo era molto incerto quel giorno) ci sono stati dei momenti di grande suspance perché sembrava non ci fosse abbastanza vino per tutti. Fortunatamente è bastato, e tappate tutte le damigiane (con tanto di pastiglia di senape) abbiamo caricato le macchine e il Damigiana Van.

Alcune delle nostre bambine

E poi OVVIAMENTE siamo andati in sala degustazione per un altro controllo qualità dei prodotti della cantina. (TOP il loro Cartizze e molto interessante il Foresto, ossia il prosecco fermo ottenuto dai vigneti di uva glera posti sui pendii più ripidi, fatto come una volta).

Finita la degustazione abbiamo optato per una sosta al ristorante, dove, indovinate cosa abbiamo bevuto? (A Valdobbiadene il Prosecco è un po’ come la birra in Repubblica Ceca: costa meno dell’acqua).

La fase finale dell’operazione Prosecco DIY è l’imbottigliamento. Circa 7/10 giorni dopo la visita in cantina, il vino comincia a fermentare: quando sul collo della damigiana si vede una bollicina al secondo è il momento di trasferirlo nelle bottiglie. Per favorire una buona fermentazione è necessario essere in un periodo di luna calante, perché questa poi influirà sulla corretta produzione di bolle.

La bottiglia più adatta è la champagnotta, di colore scuro, chiusa con bidule e tappo a corona, per garantire la massima tenuta di pressione. Le bottiglie poi devono stare in cantina almeno due mesi, fino a che tutti i processi fermentativi siano completati. Quindi se si imbottiglia a marzo, il vino si può degustare i primi di giugno.

Mon amour dans la bouteille

ANALISI DEL PROSECCO DIY LE BERTOLE (made in Zermeghedo – VI):

PREMESSA: a seconda delle condizioni della cantina casalinga il vino, sia in damigiana che in bottiglia, può avere caratteristiche differenti in termini di bolla, spuma, profumi, colore, sapore. Potremmo quasi dire che la cantina di ognuno rappresenta un Cru.

ESAME VISIVO: Alla vista si presenta di colore giallo paglierino e leggermente velato (la velatura in questo caso non è un difetto, considerando che il vino non viene filtrato prima di essere imbottigliato, ma più un segno di genuinità). Il perlage è abbastanza fine, numeroso e persistente (segno che la fermentazione è andata bene).

ESAME OLFATTIVO: Al naso è abbastanza complesso e abbastanza intenso e presenta note agrumate di limone e cedro, sentori fruttati fragranti di pera e mela, una spiccata mineralità e un caratteristico sentore di lieviti.

ESAME GUSTO-OLFATTIVO: secco, poco caldo, abbastanza morbido, fresco, sapido, abbastanza equilibrato, abbastanza intenso.

CONSIDERAZIONI FINALI:

Ne vale la pena? Beh direi di sì. Innanzitutto per il prezzo: al litro il vino base è costato 1,6 euro, quindi molto meno di una bottiglia di Prosecco. Chiaramente è necessaria un bel po’ di attrezzatura: damigiana, bottiglie, asciuga bottiglie, tappatrice, imbottigliatore e tappi. Tutte cose che io avevo già a disposizione, ma che si trovano senza problemi in una qualsiasi ferramenta a costi contenuti. Il risultato finale non sarà mai un Prosecco Superiore, però è comunque un vino da pasto che si fa bere molto volentieri e si sposa con la stragrande maggioranza dei piatti della cucina mediterranea. Ed è decisamente meglio del vino sfuso che uno si compra alla cantina sociale o “dal mio amico contadino che fa vino”.

P.S. Questo non è un vino da tenere a lungo in cantina. Quando la fermentazione finisce e si stabilizza non migliora con il tempo. Anzi. Quindi la fascia temporale per il consumo è di un anno o poco più.

Bevilo finché l’è bon.

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